martedì 17 novembre 2009

Shunga. Arte ed eros nel Giappone del periodo Edo



Dopo aver visitato la bellissima mostra di Monet in cui ho avuto l'occasione di vedere alcune opere giapponesi che avevano significativamente ispirato il grande artista (sto parlando della serie delle ninfee), sono rimasta profondamente affascinata dalle linee, i colori e dal gusto dell'arte del sol levante. Per questo ho pensato di segnalarvi questa mostra che conto di visitare quanto prima. Naturalmente aspetto di sapere le vostre impressioni qualora vi faceste anche voi intrigare da questo evento.

In occasione dell'anno del Giappone a Milano, dal 21 ottobre 2009 al 31 gennaio 2010, Palazzo Reale ospiterà la più grande esposizione dedicata alle stampe giapponesi di soggetto erotico insieme a preziosi Kimono, pitture e libri. Si tratta di opere di alto valore artistico ma che a lungo furono considerate al limite della pornografia.
Le Shunga, o “immagini della primavera”, risalgono al periodo che va dal 1603 al 1867, ed erano espressione di un nuovo ceto borghese, che si stava affermando in quegli anni, volto ad una concezione edonistica della vita in contrasto con la rigida morale neoconfuciana, sostenuta dalla classe dei Samurai.

Orario lunedì 14.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30, gli altri giorni 9.30-19.30
Biglietto d'ingresso intero € 8,00; ridotti € 6,00
Servizio Audioguide italiano/inglese compreso nel prezzo del biglietto



1 commento:

  1. non sono una grande esperta di arte/letteratura giapponese anche se, per svariati motivi, mi ha sempre incuriosita.
    qualche mese fa ero andata a vedere la mostra sui samurai a palazzo reale e, adesso che ne conosco l'esistenza, conto di andare anche a questa mostra!
    dai pochi libri di autori giapponesi che ho letto, ho notato che la maggior parte di loro affronta il tema della sessualità in modo esplicito ed "audace", tanto da classificarli veramente come erotismo (tendente alla pornografia, come dimostrano anche le immagini del video che hai postato...).
    Personalmente ho sempre pensato che questo aspetto esplicito poco collimasse con altre tipiche caratteristiche dei giapponesi: la riservatezza e soprattutto il fatto di non essere diretti nella comunicazione, almeno quella verbale. Perchè dunque il sesso viene affrontato con quello che a noi italiani - e alle nostre sovrastrutture religiose - sembra essere un po' scabroso?
    Consiglio due classici della letteratura giapponese se qualcuno fosse interessato...

    La casa delle belle addormentate di Yasunari Kawabata e il famosissimo La chiave di Junichiro Tanizaki

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